Così in campo, così nella vita: siate sempre un esempio

Dessena e Sau, i gestacci, le scuse e quella grossa responsabilità

Luca Neri
28/12/2016
Approfondimenti
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Caro Daniele, volevo dirti che qualche ragazzino potrebbe averti visto lanciare la fascia e scacciare il cartellone pubblicitario dopo una sostituzione, andando dritto dritto negli spogliatoi. Quel ragazzino potrebbe aver pensato che questo gesto sia corretto, e qualche bambino che sogna di essere Daniele Dessena potrebbe ripeterlo alla prossima partitella contro i suoi coetanei.

Caro Marco, volevo informarti che c'è chi ti ha preso come modello di vita, ci son giovani che oltre a copiare i tuoi colpi di tacco proveranno ad emulare ogni tuo comportamento. Anche loro non accetteranno una sostituzione ed usciranno dal campo senza dare la mano al compagno o al mister.

Perché si sbaglia ed è normale farlo, è umano. Ma viviamo in un mondo in cui si chiede scusa con un tweet o una frase su instagram. È bello ed è anche molto facile. Ma spesso si ha la sensazione che i ruoli si invertano, sembra che i tifosi siano fortunati a vedere i calciatori giocare. Si ha la sensazione che sfugga la consapevolezza del fatto che in uno stadio i fortunati son dentro il rettangolo verde. I calciatori hanno ricevuto un dono da madre natura che gli ha permesso, perché no, di avere una scorciatoia nella vita. Un dono che, però, impone anche grosse responsabilità.

Perché sbagliare è umano ma spesso i calciatori smettono di essere dei semplici uomini e diventano supereroi da osservare in contemplazione estatica. È in quel momento che cominciano i doveri. Il dovere di essere un esempio, in campo e fuori. Il dovere di non potersi aggrapparsi alle scuse sui social ma di non sbagliare e basta. Perché là fuori molti si limiteranno a imitare una rovesciata, ma tanti altri non si fermeranno lì.

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