Un tiro, appena un tiro nello specchio della porta. È questo il triste dato che emerge dopo il match perduto dal Cagliari al Sant’Elia contro il Napoli. I rossoblù hanno impensierito (se così si può dire) Reina in una sola circostanza, nella seconda frazione con Farias, il più “pimpante”.
Nel primo tempo una conclusione di Padoin era stata deviata in angolo dalla difesa partenopea. Per il resto, buio totale e spettacolo soltanto per gli spettatori di fede azzurra.
Che sia stato un semplice passaggio a vuoto? Probabilmente, anche perché i sardi sono riusciti a segnare almeno una rete in 13 gare su 16 disputate (“in bianco” contro Juventus, Chievo e, appunto, Napoli).
L’attacco del Cagliari è in perfetta media per una squadra che deve raggiungere la salvezza, con 23 gol siglati (decimo attacco della massima serie).
Che ad Empoli possa essere ripreso il cammino bruscamente interrotto, e il reparto offensivo torni a pungere come sa fare.
Un consiglio? Rivedere il match di due stagioni fa: in quella occasione i rossoblù annichilirono i padroni di casa con 4 reti, chiudendo la pratica già nel primo tempo e regalando ai propri tifosi una delle poche gioie nel corso di un campionato disgraziato.