Per Nicolò Barella questo è un momento d'oro: alle ottime prestazioni con la maglia del Cagliari sta accompagnando grandi numeri anche in Nazionale, dove è già arrivato il primo gol con la maglia azzurra dopo poche gare da titolare. Ormai lui, per Roberto Mancini, è diventato un punto fermo e a questo punto sarà difficile ignorare le richieste che arriveranno a fine campionato.
Di tutto questo, il 18 rossoblù ha parlato a Videolina, ospite della trasmissione "Videolina Sport". Ecco le sue parole:
"Venerdì ho fatto una bella accelerazione, dal vivo non sembrava così. Sono contento per Jo.
Le voci fanno piacere perchè vuol dire che sto facendo bene ma quello che ho fatto venerdì è la cosa più importante perchè vuol dire che sto facendo bene. Mi sta riuscendo aiutare i compagni e questo mi rende felice. Non entro nel merito delle valutazioni, quelle cose riguardano le società. Non chiedetemi quanto valgo.
Inizialmente venerdì abbiamo trovato difficoltà perchè il Chievo è partito forte, non abbiamo fatto bene i primi 15 minuti ma poi ci siamo sbloccati. In trasferta abbiamo sofferto spesso ma speriamo che questa vittoria ci spiani la strada mentre in casa possiamo dare fastidio a tutti. Chi pensava che sarei tornano stanco dalla Nazionale non mi conosce: quando gioco con questa maglia io dò tutto. Sto anche cercando di prendere meno ammonizioni.
Nelle ultime settimane ci siamo guardati in faccia, anche perchè abbiamo sbagliato partite che erano alla nostra portata. Per quanto mi riguarda, il mister mi ha dato un'altra configurazione tattica e mi ha aiutato molto. E se gira la squadra, giro anche io.
ll mio ruolo? Essere 'tuttocampista' è una cosa positiva e negativa perchè è bello essere bravo a fare un po' tutto ma è bello anche saper fare bene un ruolo. Io però mi sento mezzala. Conti e Cossu sono stati importantissimi sia dentro che fuori dal campo, mi hanno fatto capire cosa significa giocare con la maglia del Cagliari e restare con i piedi per terra. Io e Daniele siamo simili per i gialli, sentiamo molto la gara, mentre da Andrea ho cercato di prendere tanto in allenamento. Ho avuto tanti allenatori, anche nelle giovanili, che mi hanno dato tanto. Non solo Andrea e Daniele, ma anche Sau, Dessena, Pisano mi hanno fatto capire cosa significa giocare per il Cagliari.
Il mio obiettivo di crescita? Andando in Nazionale e vedendo grandi campioni impari tanto, penso a Jorginho o Verratti. Il presidente? Abbiamo un ottimo rapporto e mi ha dato fiducia, quando eravamo in B mi ha mandato al Como e mi ha detto di farmi valere, sono passato dal paradiso all'inferno, è stato difficile ma è stata un'esperienza che mi ha insegnato tanto. I tifosi mi fermano per strada, anche i bambini, e mi chiedono foto e autografi: è una cosa che mi fa molto piacere perchè da piccolo ero come loro. Accetto complimenti e critiche, si impara sempre da tutto.
In Nazionale ho legato con Perin, perchè è molto amico di Pavoletti e abbiamo fatto un bel trio, poi Immobile e altri. Siamo un bel gruppo, ma non c'è nessuno in particolare. L'abbraccio con Pavoletti in nazionale? Io e Cragno gliel'avevamo detto mentre si scaldava, gli abbiamo detto che se avesse segnato sarebbe dovuto venire da noi e lui ci ha detto: 'No, ma mica segno'. Poi io e Pavo siamo compagni di squadra sia in squadra che in Nazionale, quindi siamo molto affiatati. Poi ogni tanto Alessio bussava alla nostra porta per parlare...
C'è più attenzione per i grandi club e credo che Kean, per quello che ha fatto, si sia meritato le prime pagine, a me non interessa, mi sono goduto i messaggi che ho ricevuto da chi mi vuole bene.
Ogni gol che faccio lo dedico a mia moglie e mia figlia ma il gol in Nazionale l'ho dedicato a Cagliari perchè è la mia città e mi ha dato tanto.
Alla prima convocazione non ho giocato ma alla seconda sono sceso subito in campo e non mi aspettavo di giocare.
Non ho mai pensato a una carriera alternativa al calcio, forse sarei andato a lavorare con mio padre.
Sono un papà affettuosissimo e geloso. Io vengo da una famiglia numerosa e ho sempre avuto bambini intorno. Appena ho trovato Federica, che sono sicuro sia la persona giusta, ho voluto farmi subito una famiglia.
Faccio nottata seguendo l'Nba, il basket mi piace molto.
Il nuovo stadio? Una grande occasione di crescita.
Juve? Ci proveremo".