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Rastelli: "E' un Cagliari senza prime donne, Giannetti in credito con la fortuna"

"La squadra coinvolge i tifosi"

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Sconfitta archiviata in casa Cagliari, la gara contro il Sassuolo è ormai alle spalle. I rossoblù mettono nel mirino il Chievo che sarà ospite domenica alla Sardegna Arena. Operazione riscatto per la banda Rastelli.

Ed è proprio il tecnico rossoblù - ospite a Radiolina all'interno del programma "Il Cagliari in diretta" - a fare il punto della situazione a pochi giorni dal match contro i clivensi.

Ecco le sue dichiarzioni:

Rastelli giocatore? Mi piaceva giocare a destra, puntando l'avversario e servire i compagni. Pur non essendo altissimo ero molto abile di testa. Nella mia carriera con due attaccanti mi son trovato benissimo, Paci alla Lucchese e Simone Inzaghi al Piacenza. Son sempre stato un giocatore generoso, non soffrivo di gelosie e fare una assist era come fare un goal. Grazie a un mio assist Simone Inzaghi ha siglato il primo goal in A.

Il Cagliari? Per me quella rossoblù è sempre stata una squadra simpatica, quando ero giovane, l'eco del Cagliari scudettato era ancora vivo. Ho conosciuto Gigi Riva nel ristorante che frequenta assiduamente, mi ha salutato con molta cordialità, è un personaggio fantastico e umile, è stato un momento speciale.

Il rapporto con i social? Sto cercando di abituarmi, di utilizzarli senza esagerare, inviando messaggi quando necessario durante la settimana.

Un allenatore diplomatico? L'allenatore deve essere sempre davanti al gruppo, in passato ad Avellino ho alzato la voce e son intervenuto a difendere i miei ragazzi. Ad Avellino conoscevo molto bene l'ambiente e sapevo quando intervenire.

Lavorare tre anni consecutivi nella stessa squadra non è semplice, ho avuto la fortuna di fare tre anni ad Avellino e li sarei rimasto se non mi avesse chiamato il Cagliari. Anche qui a Cagliari son totalmente coinvolto nella programmazione della società e nel progetto che è orientato verso qualcosa di  sempre più importante.

Il dopopartita? Se si vince mi concedo una cena fuori con la famiglia, se perdo mi rinchiudo in casa e riguardo la gara.

Il 4-3-1-2 è il nostro miglior vestito. 

Giannetti?Credo che Giannetti sia in debito con la Dea bendata, è stato poco fortunato perché ha trovato Consigli nella sua strada e un colpo di testa finito a lato.
Il Chievo? Una squadra molto esperta e dinamica in alcuni interpreti, si sale di difficoltà come con la partita con il Sassuolo.

Dessena terzino? L’idea di impiegarlo in quella posizione c’è stata, ma preferisco utilizzarlo in mediana. Preferisco Faragò come terzino.

L’allenatore è il ruolo più difficile? Si, non ti godi niente, perché hai le responsabilità maggiori, quando perdi va male, quando vinci devi già pensare alla prossima e quanto fatto raramente viene preso in considerazione. Essere allenatore sottintende la rottura con il passato da giocatore, devi essere convinto, saper comprendere la testa dei ragazzi, essere un psicologo e ogni giorno è diverso.

Soddisfatto del marcato? La società ha fatto degli investimenti importanti, son partiti giocatori importanti, ma ne son arrivati altrettanti. Son stati presi i giocatori giusti e funzionali a questo gruppo.

Cossu? Darà il suo contributo in diverse occasioni, si sta allenando come un ragazzino ed è un esempio per tutti. Son rimasto impressionato perché dal primo giorno di ritiro si è allenato al massimo, ha una qualità pazzesca. Il suo ingresso a venti minuti dalia fine può risultare determinante.

5 cambi? Per l’allenatore sarebbe bello, due cambi in più in un campionato come il nostro sarebbe una bella cosa, peccato sia stata bocciata come proposta.

Gli abbonati? Ringrazio tutti coloro che si sono abbonati, per noi è fondamentali avere i tifosi che ci spingano il più possibile.

Barella? Spero continui ad avere una continuità di rendimento e si confermi.

Melchiorri? È quasi pronto, si sta allenando con il gruppo ma deve raggiungere una condizione accettabile, lo stesso vale per Van der Wiel, che deve ancora smaltire il dolore e non vede l’ora di mettersi a disposizione.

Il pubblico ha cambiato il suo approccio? I ragazzi giocano l’uno per l’altro, tutte le prestazioni fatte sin’ora hanno mostrato che la squadra rimane sempre in partita. Ciò non è accaduto nella passata stagione e ci lavoro ogni giorno. Ho la massima disponibilità da parte dei miei giocatori, non ci sono prime donne e i tifosi di questo se ne accorgono e ne sono felici. Dobbiamo dare tutto, facendo divertire i tifosi raggiungendo un risultato positivo. I rgazzi stanno coinvolgendo i tifosi.

Pisacane? La prima volta che lo vidi veniva da un infortunio al crociato ed era fermo da un anno. Ad Avellino giocavo con tre centrali e lui non era propenso a giocare la palla, ho lavorato tanto per fargli capire che è importante non solo difendere ma anche saper giocare la palla. È cresciuto tanto, dimostrando di avere sempre voglia d’imparare e non sentendosi arrivato. Lui conosce i suoi limiti e cerca di esaltare le sue qualità.

Romagna e Miangue? Son due ragazzi di grandissima prospettiva su quali la società ha investito tantissimo. Vanno gettati nella mischia nel momento giusto e quando saranno pronti.

Pochi cross con Pavoletti, numerosi con Giannetti? Nel finale abbiamo dato più spinta sulle fasce, è stato il l’andamento della partita, la stazza di Leonardo avrebbe fatto comodo.

Il campo? Tra qualche settimana sarà perfetto come quello del Sant’Elia, ma non voglio trovare scuse.

Farias? Nelle prime due gare è stato titolare, poi ho puntato su Sau. È strano per un giocatore come lui non sfruttare le occasioni da rete, lo vedo maturato, a volte giocherà dall’inizio, in altre lo impiegherò a partita iniziata. Vorrei sempre avere l’imbarazzo della scelta, vedendo cosa si produce in settimana.

Come prendevi le esclusioni da giocatore? Facevo di tutto per far cambiare idea al mio allenatore".

 

 

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