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Il fuggi fuggi del giovane talento made in Sardinia. Ma chi tornerà più forte di prima?

Tanti i giovani del Cagliari sui quali si decide di non puntare con decisione

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“Non siamo capaci di valorizzarli”. Questo è il pensiero che riempie la bocca di appassionati, tifosi accaniti e addetti ai lavori sardi.

Chissà se non siamo veramente capaci, o se magari non vogliamo, per timore di perdere qualche partita decisiva o di “bruciarli” prima del tempo. E allora preferiamo spedirli in prestito, al fine di farli crescere. Pochi di loro, però, fanno ritorno alla casa madre. Tutti gli altri, tristemente, si trovano a girovagare per la penisola in attesa di una nuova chiamata della propria squadra del cuore, che chissà se potrà giungere.

Sono i nostri giovani talenti made in Sardinia.

Sono pochi, possiamo contarli sulle dita di una mano, i casi in cui i ragazzi provenienti dal vivaio del Cagliari si ritagliano uno spazio importante in prima squadra. Gli esempi più recenti sono quelli di Francesco Pisano (ora in terra britannica) e Nicola Murru.

Altri sono vincenti cavalli di ritorno, come Andrea Cossu o Marco Sau, andato a siglare fiumi di reti in altre regioni italiane e tornato con la giusta maturità per imporsi in rossoblù.

Infine, ci sono i vari Del Fabro, Barella e Deiola. Il primo in prestito prima al Leeds, poi questa stagione all’Ascoli; il secondo ufficialmente in prestito per sei mesi al Como di Festa e Matteoli, due che lo conoscono bene; il terzo con la valigia pronta direzione Trapani. Ma non dimentichiamoci anche di tanti altri ragazzi, andati via gli anni passati: Ragatzu, Vigorito, Aresti, Burrai, Mancosu etc., i quali hanno assaporato almeno per qualche minuto il terreno di gioco in massima serie.

Eppure, c’è chi guardando la rete di Deiola alla prima di campionato contro il Crotone, o i dribbling ubriacanti e l’assist di Barella in quel di Salerno, non riesce a capacitarsi per il fatto che non si riesca a puntare con decisione sui nostri talenti.

Perché, in fondo, se si vuole costruire un Cagliari identitario, il primo passo è preservare le nostre risorse e investire su di esse, non farsele sfuggire rischiando di perderle.

La speranza è che l’ultimo ad essere andato via, Nicolò Barella, uno che avrebbe sicuramente potuto dire la sua nel girone di ritorno, possa contribuire a salvare il Como ed essere protagonista la prossima stagione (incrociamo le dita) in Serie A.

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