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Non crocifiggiamolo ancora, per carità: Duje Cop vuole il riscatto

L’attaccante croato alla ricerca del gol perduto

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Ha già fatto meglio del padre Davor nel nostro campionato. D’accordo, non ci voleva tanto, anzi: bastava segnare un gol in più. E farne uno più di zero, francamente, non era poi così impossibile.

Duje Cop sembrava potesse essere il crack di mercato rossoblù, quell’attaccante dalla rete facile tanto agognato da società e tifosi. La rete contro il Sassuolo, alla seconda presenza in Serie A, aveva acceso le speranze un po’ di tutti. Ma la conferma non è giunta, almeno per ora.

Al croato nelle ultime gare nulla è girato come avrebbe voluto: una facile segnatura sbagliata contro la Roma (accompagnata comunque da un gran numero di occasioni create e sventate da un ottimo De Sanctis) ha intervallato le infelici prestazioni di Bergamo e Torino. Fino a giungere all’anonima gara contro l’Inter al Sant’Elia.

Ma c’è chi, dopo appena sei partite disputate, crocifigge Cop e lo invita a “riscaldare” la panchina: ha sbagliato tutto. Il giocatore ha già fatto troppo per uno che si sta affacciando al campionato italiano. Con quasi 50 segnature in saccoccia, d’accordo, ma siglate in Croazia, con tutto il rispetto.

L’ex Dinamo Zagabria non si risparmia in campo, è il primo a dare il là ad un pressing esasperato nei confronti dei difensori avversari, che genera un forte dispendio di energie. E, proponendosi come unico riferimento offensivo, fa salire la squadra, attraverso le sponde e i fraseggi stretti. Ciò che lo limita è la lentezza, che gli impedisce di sviluppare azioni in velocità. Chiedere ad M’Poku, il cui geniale colpo di tacco lunedì scorso non è stato sfruttato a dovere.

Sui paragoni con Longo? Basta sprecarli. Il ragazzo di Valdobbiadene ha avuto un impatto devastante contro i nerazzurri, è vero, occorre sottolinearlo e concedergli nuove chance. Ma accantonare il croato per il solo fatto di non avergli dato abbastanza tempo per “sbocciare” definitivamente non è la mossa migliore. Acquafresca, giusto per citare un esempio recente, nel 2007/2008 cominciò a prendere confidenza col gol in primavera.

Per Cop tutti questi mesi a disposizione non ci sono. Che la fortuna, quella perduta, riesca a girare nel verso giusto, e tutti quei palloni sbagliati davanti al portiere possano depositarsi in rete.

La speranza dev’essere l’ultima a morire.

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