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Pavoletti, via la frustrazione se servito a dovere

Generosità al servizio della squadra, ma poche possibilità di esprimere un potenziale offensivo da bomber di razza

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La gara contro il Chievo Verona  mette in evidenza per  l’ennesima volta le importanti capacità tecniche del numero 30 dell’attacco rossoblù, che prendendosi carico quasi totalmente del reparto offensivo, rischia in 8 minuti (dal 82°al 90°) di raddrizzare un incontro che a quindici minuti dal fischio finale, appariva fortemente (e meritatamente) compromesso.

Solo un pizzico di sfortuna e le indubbie doti dell’estremo difensore clivense Stefano Sorrentino, hanno impedito all’attaccante livornese di regalare a Mister Lopez un pareggio che avrebbe chiuso quasi definitivamente il discorso salvezza.

Le critiche piovute da più parti sul reparto offensivo cagliaritano, trovano un comune denominatore nella frustrazione di non poter sfruttare al meglio il potenziale dell’attacco rossoblù, in primis quello di Leonardo Pavoletti che per caratteristiche tecniche predilige palloni alti e tesi provenienti dalle fasce, da indirizzare di testa verso la porta avversaria.

Inoltre, la sinergia tra un evidente atteggiamento difensivista ed uno schema di gioco con una sola punta, comporta fisiologicamente importanti ripercussioni sulle caratteristiche di un giocatori come Pavoletti che spesso si trova avulso ed estraniato dal gioco e costretto ad agire lontano dalla porta, con il duplice compito di supporto al centrocampo in fase di interdizione e alla difesa in occasione  di calci da fermo.

Forse solo con il raggiungimento di una salvezza anticipata, il Cagliari di Mister Lopez potrà concedersi un modulo di gioco più offensivo con un Pavoletti adeguatamente supportato dai cross dei compagni e totalmente esonerato da compiti di ripiegamento.

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